sabato 7 agosto 2010

Umberto, eccolo

 La Bustina, l’angolo di riflessione settimanale dell’Espresso che Umberto Eco tiene dal 1985, con il titolo “Non fate il funerale ai libri ” non passa certo inosservata.
Tra gli altri ne hanno parlato Manteblog, Roberto Dadda, Ubervu  e c’è una bella discussione su FriendFeed .
Eco si dice scettico sulla scomparsa dei libri di carta: “È sperabile che, quando questa Bustina uscirà, la buriana si sia calmata, ma mentre scrivo la mia estate è ossessionata da intere pagine culturali dei quotidiani i quali discutono se eventuali contratti degli autori per mettere le loro opere sui vari Kindle o IPad non preludano alla definitiva scomparsa del libro e delle librerie.”
La polemica sulla scomparsa della carta è fuorviante.
La discussione però è ben diversa e riguarda i diritti d’autore: se i libri digitali costano meno, saranno ridotti e alcuni manager di scrittori italiani non hanno abbastanza esperienza per capire che i nuove reader sono un’opportunità ulteriore, non una limitazione.
D'altronde l’uscita dell’iPad era stata costellata di pregiudizi ignoranti, di discussioni fuori luogo, di previsioni di insuccesso.
Intanto Apple ha già venduto oltre tre milioni di iPad  in ottanta giorni e gli utenti stanno comprando libri, pubblicazioni, riviste.
Non voglio entrare nemmeno nel tema dell’ergonomia e della praticità dell’ebook. Se ne è tanto discusso che non vale la pena nemmeno replicare.
Il tema è nei contenuti.
Quello che di certo succederà sarà un vertiginoso aumento delle pubblicazioni digitali favorite prima dallo sviluppo del’hardware finalmente adatto e poi dai nuovi store che si stanno arricchendo di prodotti totalmente nuovi, pensati e scritti appositamente per l’ebook.
Vale la pena ricordare un progetto tutto italiano Ebook.it  che oltre ad essere la “tempesta perfetta” per ogni SEO è una piattaforma davvero interessante per i contenuti e per la progettualità.
Adesso lo sforzo da fare è quello di far equiparare i libri digitali ai libri cartacei e doverosamente ridurre l’iva dal 20 al 4%  come chiede anche la petizione